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Smartworking e salute mentale. Uno studio su over-50 mostra un impatto diseguale durante la pandemia

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16.04.2025

Durante la prima ondata della pandemia di COVID-19, il lavoro da remoto ha permesso a molte persone di continuare a lavorare in sicurezza. Tuttavia, secondo un nuovo studio, lavorare da casa ha avuto un impatto significativo sulla salute mentale di alcuni gruppi, in particolare donne, persone single e genitori con figli conviventi.

La ricerca, ?da economisti ed economiste dell¡¯Universit¨¤ Ca¡¯ Foscari Venezia, Universit¨¤ di Padova e IFO Institute di Monaco, analizza come il lavoro da remoto abbia influenzato il benessere psicologico dei lavoratori senior nei primi mesi della pandemia. Confrontando chi ha lavorato da casa con chi ha continuato a lavorare in presenza, il team di ricerca ha rilevato una maggiore diffusione di sintomi depressivi tra chi ha lavorato da remoto.

¡°Questo effetto negativo ¨¨ risultato pi¨´ marcato nelle regioni in cui il contagio era relativamente contenuto e dove le misure restrittive erano molto rigide,¡± spiega Giacomo Pasini, professore di Econometria e direttore del Dipartimento di Economia a Ca¡¯ Foscari, ¡°Il senso di isolamento, le incertezze sul futuro lavorativo e le tensioni familiari possono aver contribuito a questo disagio.¡±

Lo studio evidenzia inoltre che gli effetti del lavoro da casa non sono stati uguali per tutte e tutti. Le donne, i single e le persone con figli conviventi hanno mostrato un impatto psicologico pi¨´ rilevante rispetto ad altri gruppi.

Per indagare questi fenomeni, ricercatrici e ricercatori si sono basati sui dati della Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe (SHARE), che raccoglie informazioni su individui con pi¨´ di 50 anni in 27 Paesi europei. L¡¯analisi ha utilizzato metodi statistici avanzati per isolare l¡¯effetto specifico del lavoro da remoto da altri fattori legati alla pandemia.

¡°Grazie a questo approccio, siamo riusciti a stimare in modo affidabile l¡¯impatto del lavoro da casa sui sintomi depressivi, tenendo conto sia delle caratteristiche individuali che della diversa intensit¨¤ della pandemia e delle misure restrittive nei vari territori¡± spiega Marco Bertoni, professore di Economia all¡¯Universit¨¤ di Padova e coautore dello studio.

Con la diffusione dei modelli di lavoro ibridi e da remoto anche nel post-pandemia, i risultati dello studio pongono importanti riflessioni sulla progettazione delle politiche aziendali.

¡°Se il lavoro da casa rester¨¤ una pratica comune, ¨¨ fondamentale riconoscere che non tutti lo vivono allo stesso modo,¡± sottolineano ricercatrici e ricercatori. ¡°Imporre limiti rigidi o regole uguali per tutti sui giorni di lavoro da remoto rischia di non tenere conto delle esigenze reali delle persone.¡±

Al contrario, lo studio suggerisce la necessit¨¤ di politiche flessibili, capaci di adattarsi alle diverse condizioni familiari e demografiche di chi lavora.

I risultati contribuiscono al dibattito su come rendere il lavoro da remoto sostenibile, produttivo e attento alle persone, senza trascurare il loro benessere psicologico.

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